Acquisire una tecnica di degustazione significa dotarsi di un metodo che ci permetta di disciplinare non soltanto lo svolgersi vero e proprio del nostro assaggio, ma anche - per non dire soprattutto - le impressioni e i pensieri cui esso ci induce.
Se è vero che ogni vino ci offre un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, dovremo allora vivere ogni degustazione come l’aggiunta di un piccolo tassello al grande mosaico della nostra esperienza, e non dovremo farci scoraggiare dal fatto che all’inizio del nostro viaggio tutti questi piccoli frammenti potrebbero sembrarci molto distanti tra loro.
Mano a mano che andremo ad estendere la nostra esperienza ci accorgeremo infatti come diventerà sempre più semplice, quasi naturale, creare sempre più fitte connessioni tra ogni vino del nostro personale repertorio, dalle quali potremo cogliere ottimi spunti per disegnare i futuri itinerari del nostro viaggio.
Le possibilità sono davvero infinite: possiamo decidere di partire alla scoperta di un particolare vitigno, scoprendone le varie declinazioni secondi gli stili tradizionali e le caratteristiche di ogni territorio, oppure concentrarci sui vini di una specifica regione per coglierne lo stile, o ancora esplorare le numerose caratteristiche di un preciso stile di vinificazione.
Tra i piccoli, semplici accorgimenti che possiamo adottare per rendere ancora più utile ogni tappa del nostro percorso rientra certamente la compilazione di un vero e proprio diario di viaggio, sul quale fissare la nostra esperienza riassumendone i dati principali. Molti sono i motivi che rendono gli appunti di degustazione una preziosa buona abitudine per ogni degustatore.
Prendere appunti ci permette innanzitutto di dare ordine ai nostri pensieri, aiutandoci a mettere a fuoco le nostre sensazioni, prenderne sempre più coscienza e permettere così il libero fiorire, in tutte le sue sfumature, di un giudizio che va ben oltre il buono o cattivo. Potremo addirittura vedere come queste categorie finiscano per scomparire letteralmente di fronte alla nostra capacità di identificare le specifiche caratteristiche di ogni vino, ovvero i dettagli che ne compongono la personalità e che lo rendono unico e speciale.
Una delle caratteristiche principali del prodotto vino è del resto proprio l’impossibilità di replicarlo in maniera perfetta e costante. Persino le aziende che eseguono produzioni su larghissima scala devono confrontarsi con l’assoluta singolarità di ogni stagione e, di conseguenza, con una materia prima coerente sì, ma mai veramente identica nelle sue caratteristiche organolettiche. Via via che ci si rivolge a una prospettiva sempre più artigianale è quindi facile comprendere come l’impronta della natura e soprattutto lo stile di ogni singolo produttore diventino elementi ancor più fondamentali nella definizione dell’identità di un vino.
I nostri appunti saranno fondamentali per aiutarci a svelare tanto gli elementi di continuità quanto le differenze che che sussistono tra i diversi vini a seconda del criterio secondo cui decidiamo di ordinarli (vitigno, annata, produttore, etc.)
Una delle esperienze certamente più educative sotto questo aspetto può essere proprio degustare vini molto simili, ovvero che presentino importanti punti in comune, ma anche specifiche variabili. Potremmo per esempio assaggiare diverse annate di un medesimo prodotto (detta degustazione verticale), oppure vini realizzati con la medesima tecnica da produttori diversi.
Un ulteriore vantaggio che può fornirci adottare l’abitudine a mettere nero su bianco le nostre esperienze di assaggio riguarda uno temi a nostro avviso più importanti che attraverso l’intero universo del vino: il dialogo.
Quando degustiamo un vino instauriamo un dialogo con esso: il vino ci parla, ci racconta una storia i cui protagonisti sono gli uomini e la natura che lo hanno prodotto, e il nostro modo per rendergli omaggio è ascoltarlo, cogliendone il racconto e, in qualche modo, entrando noi stessi a farne parte. Se imparare a degustare un vino significa imparare ad ascoltarlo e a comprenderlo, con la nostra esperienza non diventiamo solo destinatari, ma anche portatori del suo messaggio.
Il re inglese Edoardo VII disse “One not only drinks the wine, one smells it, observes it, tastes it, sips it and - one talks about it” (“Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia…e se ne parla”)
La parte migliore del nostro viaggio alla scoperta del vino è certamente quello del dialogo e del confronto con gli altri viaggiatori: ognuno è portatore di un punto di vista assolutamente personale, frutto della propria specifica esperienza e per questo tanto legittimo quanto utile per arricchire il punto di vista dell’intera comunità.
Prendere appunti ci stimola ad affinare la nostra capacità di tradurre in parole le nostre sensazioni, rendendoci in grado di condividere in maniera sempre più efficace la nostra esperienza, il nostro punto di vista, ma soprattutto la speciale soggettività che, proprio come un vino, ci rende assolutamente unici.
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