Prima della Vendemmia: il lato Agronomico della Produzione di Vino - Parte 2

25 Agosto 2020
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[LEGGI L'ARTICOLO PRECEDENTE - Prima della Vendemmia: il lato Agronomico della Produzione di Vino Parte 1]

Nei vigneti di Tenute d’Italia sono presenti diverse varietà di uva: anche questo è un elemento che incide sul tuo lavoro? Esistono varietà che sono più semplici da gestire e altre più delicate?

Sì, anche quello della varietà è certamente un fattore essenziale. Per fare un esempio, l’incidenza della botrite sull’albana è pressoché nulla, a differenza dei vitigni rossi che sono decisamente più sensibili all’attacco di questo fungo. Per contro è molto più probabile un attacco di acari su una pianta di albana o trebbiamo rispetto ad un syrah. Diciamo quindi che ogni varietà ha i propri punti forti e le proprie criticità. Però attenzione: ci tengo a sottolineare come questi esempi siano strettamente legati ai nostri vigneti. Le singole caratteristiche di ogni appezzamento (altitudine, esposizione, composizione del suolo) sono infatti cruciali per definire l’incidenza delle problematiche sanitarie.

Per quanto riguarda invece la nutrizione, anche questa varia a seconda dell’annata?

Assolutamente sì. Certo sotto questo punto di vista è nettamente più forte la continuità tra le diverse annata, ovvero tra il lavoro da impostare ogni nuovo anno e quello svolto nelle annate precedenti. In ogni caso, quando si parla di nutrizione, è bene sottolineare come l’elemento chiave sia l’obiettivo che si pone in termini di prodotto finale. In altre parole: è vero che il vino si fa in cantina…ma anche in vigna! Attraverso la nutrizione possiamo infatti inaugurare già dalla vigna un lavoro di monitoraggio e intervento su alcune componenti essenziali del vino che andremo a produrre, come la componente alcolica e la componente polifenolica. Inoltre un vigneto ben supportato nutrizionalmente garantisce nel tempo una costanza di produzione e qualità rispetto ad un gestione altalenante. Ricordiamoci che la nutrizione è si l’apporto di azoto, fosforo e potassio ma anche il calcio e i biostimolanti contribuiscono in tutte le situazioni a garantire gli obbiettivi che ci prefiggiamo.

Per riprendere poi la domanda precedente, anche per la nutrizione sussistono ovviamente delle nette differenze di approccio a seconda delle diverse varietà: scendere nel dettaglio di questo particolare aspetto sarebbe tuttavia piuttosto complesso per via delle molteplici variabili che riguardano la composizione dei suoi e i diversi cloni impiantati.

Abbiamo visto come a definire la qualità di un’annata intervengano molteplici fattori, caratterizzati tanto da una forte interconnessione quanto da un’assoluta mutevolezza. L’annata che possiamo leggere in etichetta non ci indica quindi soltanto l’anno in cui è stata eseguita la raccolta delle uve utilizzate per produrre quel determinato vino, ma racchiude tutta la storia che ha preceduto la vendemmia. 

Ci sono altri elementi che intervengono per definire la qualità di un’annata?

Un fattore predisponente alla buona riuscita di un’annata è certamente la corretta gestione idrica, ovvero la possibilità di poter sopperire alle eventuali carenze ed evitare così il cosiddetto stress della pianta. Se ci pensiamo bene, del resto, questo è un fattore che determinante nella gestione di qualunque coltura!

Come si prefigura un’annata perfetta? 

Partiamo dal presupposto che non esiste una risposta univoca a questa domanda. Come abbiamo visto, sussistono talmente tante variabili che non possiamo definire un assetto perfetto univoco. Piuttosto possiamo parlare di annate favorevoli, ovvero quelle in cui la pressione degli agenti patogeni non esce dalle soglie e il corretto apporto nutrizionale è supportato dal meteo. Certamente sono sempre da scongiurare i lunghi periodi di siccità così come, al contrario, eccessive precipitazioni, soprattutto nel periodo vicino alla raccolta. Ugualmente dannosi sono gli eventi meteorologici sconvolgenti come grandinate, trombe d’aria o gelate. Detto questo, voglio però sottolineare un punto importante: portare a termine positivamente la cosiddetta annata agronomica, quindi avere successo nella gestione del vigneto, non significa automaticamente avere una grande annata in cantina. La chiave per il successo nel lavoro complessivo della nostra filiera sta nella costante coordinazione tra i lavoro agronomico e quello svolto dal team di enologi, per perseguire un obiettivo finale comunque, in ogni fase del percorsoNon dobbiamo però dimenticare che ad affiancarci nel nostro lavoro interviene sempre anche Madre Natura, una collaboratrice davvero speciale capace di porci dinnanzi a problematiche davvero inaspettate ma anche di rivelarsi una grande alleata.

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