Manca davvero poco all’avvio della vendemmia, ma anche questi ultimissimi giorni saranno cruciali per definire la qualità dell’annata 2020. Mentre servirà attendere ancora qualche settimana per poter tracciare una valutazione complessiva dell’annata - analizzandone l’andamento e, di conseguenza, delineando le principali caratteristiche che contrassegneranno la nuova produzione - possiamo però già introdurre questo affascinante tema gettando uno sguardo su tutto ciò che precede la raccolta.
La produzione di un vino è infatti un lungo processo che prende avvio già nei primi mesi dell’anno, nei vigneti, e si snoda attraverso numerose fasi, accuratamente programmate, la cui perfetta gestione è un elemento cruciale ai fini dell’ottenimento di un buon vino.
Per introdurre questo vasto e molto affascinante aspetto agrario della produzione del vino abbiamo scelto di affidarci ancora una volta alla professionalità del team di tecnici della rete Tenute d’Italia. Abbiamo incontrato e intervistato per voi il perito agrario Massimo Casella, responsabile della gestione dei nostri vigneti.
Ciao Massimo! Per iniziare ti chiediamo di presentarti e di illustrarci brevemente il tuo ruolo all’interno di Tenute d’Italia.
Ciao a tutti. Sono Massimo Casella, sono un perito agrario, e il mio lavoro si svolge sulla terra, tra le vigne: mi occupo infatti della gestione agronomica dei vigneti, ovvero della cura delle piante e dei loro frutti fino al momento della raccolta, quando il lavoro passa in mano agli enologi.
Ci puoi spiegare in cosa consiste la “gestione agronomica” del vigneto?
La gestione agronomica del vigneto prevede diversi, fondamentali settori di programmazione e intervento, ovvero la difesa del vigneto dalle malattie - quindi dagli attacchi di insetti e funghi - il suo nutrimento, ovvero la pianificazione di un corretto apporto nutrizionale alle piante, la gestione delle cosiddette infestanti e la gestione dell’irrigazione.
Il tuo lavoro di programmazione dei piani di difesa e nutrizione delle vigne segue un protocollo standard oppure è possibile che intervengano dei cambiamenti tra un’annata e l’altra?
Ogni anno è decisamente unico! La variabile - per non dire l’incognita - principale del mio lavoro è rappresentata dal meteo, il quale incide sensibilmente soprattutto nello sviluppo dei funghi che attaccano la vite: l’oidio, la peronospora e la botrite.
Oltre al meteo, ci sono poi molti altri fattori che ogni anno intervengono, direttamente o indirettamente, a definire l’andamento - e la qualità - di un’annata. Pensiamo per esempio agli insetti: ogni anno la loro quantità e soprattutto la loro aggressività può variare sensibilmente. I programmi di difesa contro questi agenti patogeni dovranno quindi basarsi sui programmi di monitoraggio svolti a livello regionale che ci forniscono dati essenziali per orientarci.
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